Giovedì  (resilienza)

Fermo l’auto in una piazzola di sosta, mi fermo perché a volte non so proseguire, perché so che sorriderò, perché so che i miscoli facciali risponderanno a impulsi che non so neanche più da dove provengono. È  come quando mi alzo il mattino e mi lavo, mi vesto, salgo in auto e vado a lavorare. Sempre impulsi automatici. Ma mi sto arruginendo e cigola tutto. 

Mi pulsano le tempie, mi fanno male i muscoli di braccia e gambe, lo stomaco in una morsa che non riesco ad allentare, il petto compresso da un macigno che non riesco a spostare.

E vado avanti, perché so che tutto questo è un brutto scherzo dei miei pensieri.  Che non è reale, perché di problemi reali forse non ce n’è. Perché arrendersi non è la soluzione, perché sono intelligente e razionale. Perché devo smetterla. 

Ma continuo a essere sempre più stanca e se non lo dico almeno qui, quei pensieri, lo so, mi mangeranno viva.
Anais

Sabato  (a cavallo di venerdì)

La cena, i locali, le chiacchere …

Vit che scorre… 

Tu dentro una bolla … 

Momenti che  stai lì ferma  e ti lasci scivolare il caos intorno…

La verità è che a 42 anni cerchi altro e non è un male, devi solo trovare la dimensione. 

Forse e la vitamina D del sole primaverile di oggi ma oggi non me ne frega un cazzo…

Sto in pace con il mio condominio interiore.

Sono tutte d’accordo ci piace così. ..

Domani forse quella del primo dirà a quella del terzo che era troppo scollata, e quella del secondo ricorderà a quella della mansarda che potrebbe dimagrire… 

O forse saranno tutte d’accordo che la bellezza sta negli occhi di chi guarda… 

L’importante è che non mi fermi nessuna pattuglia perché se no mi levano la patante.

Sabato non lavoro e spero ci sia il sole.
Anais

Martedì  (consapevolezze)

Una volta mi dissero della cattiveria delle persone esteticamente brutte…

Credo mio malgrado di doverlo ammetrere… ne soffro.

O forse è l’uso di sostanze stupefacenti che mi rende profondamente insensibile e intollerante a un’umanità che fa della bella presenza uno status a cui io non posso appartenere.
Anais