Fermo l’auto in una piazzola di sosta, mi fermo perché a volte non so proseguire, perché so che sorriderò, perché so che i miscoli facciali risponderanno a impulsi che non so neanche più da dove provengono. È come quando mi alzo il mattino e mi lavo, mi vesto, salgo in auto e vado a lavorare. Sempre impulsi automatici. Ma mi sto arruginendo e cigola tutto.
Mi pulsano le tempie, mi fanno male i muscoli di braccia e gambe, lo stomaco in una morsa che non riesco ad allentare, il petto compresso da un macigno che non riesco a spostare.
E vado avanti, perché so che tutto questo è un brutto scherzo dei miei pensieri. Che non è reale, perché di problemi reali forse non ce n’è. Perché arrendersi non è la soluzione, perché sono intelligente e razionale. Perché devo smetterla.
Ma continuo a essere sempre più stanca e se non lo dico almeno qui, quei pensieri, lo so, mi mangeranno viva.
Anais